Gogol Bordello
Liberamente tratto da L'Ispettore Generale di Nikolaj Gogol
Adattamento e regia Felice Panico
Scene e costumi Rita Monterosso
Assistente alla regia Simone Borrelli
note di regia
Ma siamo noi che torniamo a Gogol o è Gogol che ritorna da noi?
Rileggendo L'Ispettore Generale, commedia datata 1835, propendiamo per la seconda ipotesi. Sembra scritta l'altro ieri.
Il villaggio della provincia russa di inizio '800 lo possiamo riconoscere in una qualsiasi delle nostre cittadine di oggi, assieme alle sue piccole meschinità, alle ataviche inefficienze delle amministrazioni locali, all'ingenua e un po' pecoreccia piccola corruzione, ai bassi pettegolezzi da paese.
Tutto troppo misero per assurgere alle vette del dramma.
Tutto deliziosamente cialtrone per trasformarsi in una commedia vorticosa - un Gogol Bordello, appunto - dai meccanismi oliatissimi dove trovare una galleria di personaggi tutti ugualmente scoppiettanti e riconoscibilissimi, talmente surreali e iperbolici da diventare cartoni animati: come nella Springfield dei “Simpson” o nella Quohag dei “Griffin”.
E allora viene spontaneo chiedersi se siamo di fronte ad un drammaturgo profeta, oppure la storia è sempre la stessa? Davanti a questo interrogativo potremmo abbandonarci al più snervante pessimismo, ma per fortuna la commedia ci viene in soccorso. E in fondo il teatro non è la vita.
Lasciamo all'informazione il compito di analizzare, denunciare ed, eventualmente, giudicare.
Ai cittadini il compito di indignarsi.
Agli attori quello di farci - e farvi - ridere.
Felice Panico